Corte di Cassazione

Indennità per utilizzo senza titolo di immobili e riduzione

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. I, 12 settembre 2025, n. 25077
Immobili – Indennità per l’utilizzo senza titolo di immobili – Riduzione del 15% ex art. 3, comma 4, d.l. n. 95/2012 – Decorrenza
La riduzione del 15%, prevista dall’art. 3, comma 4, del d.l. n. 95 del 2012, convertito con modificazioni dalla l. n. 135 del 2012 (come modificato dall’art. 24, comma 4, lett. a, del d.l. n. 66 del 2014, convertito con modificazioni dalla l. n. 89 del 2014), per le indennità dovute per l’utilizzo a fini istituzionali di immobili, in assenza di titolo, da parte delle Amministrazioni centrali, come individuate dall’Istat ai sensi dell’art. 1, comma 3, della l. n. 196 del 2009, nonché dalle Autorità indipendenti, si applica con decorrenza dalla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 95 del 2012.

Danno da affidamento incolpevole e giurisdizione

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sezioni Unite, 25 settembre 2025, n. 26080
Giurisdizione – Risarcimento del danno – Lesione affidamento incolpevole – Danno da provvedimento annullato – Comportamento amministrativo – Giurisdizione esclusiva del G.A.
Le controversie che hanno ad oggetto il risarcimento del danno da lesione dell’affidamento incolpevole generato dal rilascio di un provvedimento favorevole poi annullato rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, in quanto il relativo comportamento, pur incidendo sul diritto soggettivo all’autodeterminazione negoziale, deve qualificarsi come comportamento amministrativo, riconducibile in via indiretta e mediata, all’esercizio del potere, di cui il privato che chiede il risarcimento lamenta la contrarietà alle regole di buona fede e correttezza che informano anche l’attività autoritativa della p.a.

Terreni agricoli, trasformazione e oneri dichiarativi

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. Tributaria, 7 ottobre 2025, n. 26921
ICI – IMU – Terreni agricoli divenuti edificabili – Obbligo dichiarativo – Esclusione – Conoscenza diretta dell’amministrazione – Strumento urbanistico generale
L’onere dichiarativo della variazione degli elementi di imposizione previsto dall’art. 10, comma 4, del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 504 (ICI) e, nell’IMU, dall’art. 13, comma 12-ter, D.L. n. 201 del 2011, non sussiste nell’ipotesi in cui la variazione consista nella sopravvenuta trasformazione di un terreno agricolo in area edificabile in forza dello strumento urbanistico generale adottato dall’ente impositore.

Alterazioni delle correnti marine, danni al litorale e responsabilità

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. III, 24 ottobre 2025, n. 28278
Enti locali – Responsabilità civile – Danni da opere balneari – Alterazione delle correnti marine – Regione e Comune – Omessa vigilanza – Responsabilità ex art. 2043 c.c. – Inapplicabilità dell’art. 2051 c.c.
La responsabilità della Regione Puglia e del Comune di Porto Cesareo per i danni causati dall’alterazione delle correnti marine a seguito di opere eseguite da concessionari di stabilimenti balneari è configurabile non ai sensi dell’art. 2051 c.c. per beni in custodia, ma ex art. 2043 c.c., per omessa vigilanza sul rispetto delle condizioni imposte dai provvedimenti autorizzatori ai concessionari.

IMU, terreni agricoli e agevolazioni

 
Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. Tributaria, 27 ottobre 2025, n. 28421
IMU – Terreni agricoli – Agevolazioni – Coltivatore diretto e imprenditore agricolo professionale – Iscrizione nella previdenza agricola – Sufficienza – Irrilevanza della prevalenza del reddito agricolo
In tema di IMU sui terreni agricoli, la qualifica di coltivatore diretto o di imprenditore agricolo professionale, desumibile dall’iscrizione nella previdenza agricola, è sufficiente per il godimento delle agevolazioni fiscali, senza necessità di verificare la prevalenza del reddito agricolo rispetto ad altri redditi.

Principio di separazione tra politica e amministrazione, e dimensione dell’ente locale

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. IV, 6 ottobre 2025, n. 7801
Enti locali – Principio di separazione tra politica e amministrazione – Art. 107 TUEL – Comuni privi di dirigenti – Attribuzione di funzioni gestionali ai responsabili di servizio – Legittimità
Il principio di separazione tra politica e amministrazione, sancito dall’art. 107 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, deve essere interpretato considerando la dimensione e l’organizzazione dell’ente locale. Nei comuni privi di personale dirigenziale, le funzioni amministrative possono essere attribuite ai responsabili degli uffici o dei servizi, indipendentemente dalla loro qualifica funzionale, ai sensi dell’art. 109, comma 2, dello stesso testo unico.

Società partecipate e obblighi contributivi

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. Lavoro, 10 ottobre 2025, n. 27197
Previdenza sociale – Assegni familiari – Contributi – Società per azioni partecipate da enti locali – Obbligo contributivo – Insussistenza di esenzioni
Le società per azioni costituite e partecipate dagli enti locali non sono esentate dall’obbligo di versare i contributi per assegni familiari all’INPS, in virtù dell’art. 79 del D.P.R. 30 maggio 1955, n. 797, o di altre ipotesi derogatorie, che solo il legislatore statale ha la potestà di stabilire.

Enti locali, società in house, cessione di beni e detrazione IVA

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. Tributaria, 27 ottobre 2025, n. 28382
Enti locali – IVA – Detrazione e rimborso – Operazioni a monte per la realizzazione di beni ceduti gratuitamente a ente socio – Società in house – Presupposti – Principio di neutralità – Interesse economico del cedente
In tema di IVA, ai fini del diritto alla detrazione o al rimborso di crediti IVA relativi alle operazioni sostenute a monte per la realizzazione di beni da parte di una società in house, successivamente ceduti a titolo gratuito al proprio socio, ente territoriale, è necessario non solo il rapporto di inerenza tra i costi sostenuti a monte e la realizzazione dei beni ceduti con le operazioni a valle, ma anche l’accertamento e il riscontro che tale cessione gratuita sia avvenuta nel rispetto dei presupposti indicati dalla disciplina unionale, come interpretata dalle pronunce della Corte di Giustizia UE. In particolare, per il principio di neutralità, le cessioni gratuite di beni possono essere equiparate a cessioni a titolo oneroso solo se rispondono anche agli interessi economici del cedente.

Dirigenza, mansioni superiori (dirigenza generale) e oneri probatori

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. Lavoro, 10 ottobre 2025, n. 27192
Enti locali – Pubblico impiego privatizzato – Dirigenza – Incarichi a termine – Durata massima Rivendicazione di emolumenti propri di una posizione dirigenziale generale – Insufficienza della mera allegazione delle mansioni svolte
Le regole che riguardano gli incarichi dirigenziali nell’ambito del rapporto di lavoro pubblico privatizzato sono quelle dettate dal testo unico del pubblico impiego in quanto norma speciale, anche in relazione all’accordo quadro sui rapporti di lavoro a termine che governa anche il sistema sanzionatorio, quando nella reiterazione di rapporti a termine si verifichi un abuso da parte del datore di lavoro.
La rivendicazione di vedersi riconosciuti a seguito di incarico, i medesimi emolumenti propri di una data posizione dirigenziale generale (che si assume avrebbe dovuto essere istituita) non può fondarsi sulla mera allegazione delle attività lavorative svolte.

Dirigenza, incarichi a termine, abuso nella reiterazione e risarcimento del danno

Corte Suprema di Cassazione, Civile, Sez. Lavoro, 10 ottobre 2025, n. 27189
Enti locali – Pubblico impiego privatizzato – Dirigenza – Incarichi a termine – Durata massima – Divieto di rinnovo oltre i limiti triennali o quinquennali – Abuso nella reiterazione – Risarcimento del danno “eurounitario” – Inapplicabilità del termine minimo ai dirigenti esterni
Le regole che riguardano gli incarichi dirigenziali nell’ambito del rapporto di lavoro pubblico privatizzato sono quelle dettate dal testo unico del pubblico impiego in quanto norma speciale, anche in relazione all’accordo quadro sui rapporti di lavoro a termine che governa anche il sistema sanzionatorio, quando nella reiterazione di rapporti a termine si verifichi un abuso da parte del datore di lavoro.
Il termine di durata massima del rapporto a termine non deve nella sua interezza superare il limite dei tre anni per la dirigenza di seconda fascia e di cinque per la dirigenza generale come previsto dal comma 6 dell’articolo 19 del testo unico. E comunque la facoltà di rinnovo dei contratti a tempo determinato stipulati per l’attribuzione di incarichi ai sensi del medesimo dell’articolo 19, comma 6, va interpretata alla luce, da un lato, della clausola 5 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva n. 1999/70/Cee sul lavoro a tempo determinato, nel rispetto delle precisazioni fornite dal giudice eurounitario sul tema della repressione degli abusi, e, dall’altro, del principio costituzionale dell’accesso all’impiego, anche temporaneo, solo a seguito di concorso pubblico. E il rinnovo non può dunque essere disposto, una volta superati i limiti triennali e quinquennali di durata stabiliti dalla norma del Dlgs 165/2001, neanche attraverso l’attribuzione di un incarico diverso, se quest’ultimo afferisca comunque alla normale attività dell’ente e in caso contrario al lavoratore spetta il risarcimento del danno c.d. eurounitario, da liquidarsi secondo la fattispecie dell’articolo 32, comma 5, della legge 183/2010 quale danno presunto, con valenza sanzionatoria, salva la prova del maggior pregiudizio sofferto.
In tema di dirigenza nel pubblico impiego privatizzato, i contratti a tempo determinato con dirigenti esterni non sono soggetti al termine di durata minima previsto dal comma 2 dello stesso articolo 19 in quanto la norma si applica solo agli incarichi destinati ai dirigenti a tempo indeterminato.