Variante urbanistica

Variante urbanistica e oneri motivazionali

Consiglio di Stato, sez. VII, 29 gennaio 2025, n. 714

Pianificazione urbanistica – PRG – Atti di adozione e approvazione di una variante – Onere motivazionale – Interessi ambientali e paesaggistici

Sono illegittimi, per difetto di motivazione,  gli atti di adozione e di approvazione di una variante al P.R.G.,  atti a consentire,  in una zona circoscritta e a vantaggio di un unico proprietario, un’edificazione per destinazione alberghiera, quando la zona interessata dalla variante contestata sia stata ritenuta dall’amministrazione comunale meritevole di una particolare tutela sotto il profilo ambientale e paesaggistico in occasione dell’adozione del P.R.G., approvato solo pochi mesi prima, tanto da delimitare al massimo l’edificazione,  riservandola alle costruzioni utili al fondo o destinate alla residenza qualificata,  sussistendo la manifesta incompatibilità (e, dunque, irrazionalità) di una modifica intervenuta a brevissimo lasso di tempo, rispetto alle finalità del vincolo e l’idea di sviluppo del territorio, come esplicitate in sede di adozione e approvazione del P.R.G.

Variante urbanistica e oneri di comunicazione

Consiglio di Stato, sez. V, 16 aprile 2024, n. 3456

Pianificazione urbanistica – Variante – Obbligo di notifica

La variante urbanistica, qualora riguardi beni specifici ed incida direttamente su determinati soggetti, ha carattere particolare e la Pubblica amministrazione ha l’obbligo di notificare agli interessati il provvedimento, dalla cui esecuzione decorre il termine di impugnazione dell’atto.

Natura giuridica della variante urbanistica

Tar Lombardia, Milano, sez. II, 17 aprile 2024, n. 1127

Pianificazione urbanistica – Variante generale – Natura giuridica

La rielaborazione integrale di uno strumento urbanistico – come nel caso di variante generale – non può mai, per sua natura, considerarsi meramente confermativa delle precedenti disposizioni urbanistiche, neppure in quelle parti che effettivamente risultino riproduttive degli strumenti anteriori.

Vincoli espropriativi

Tar Calabria, Reggio Calabria, 12 giugno 2023, n. 497

Pianificazione urbanistica – Vincolo espropriativo – Decadenza – “Zona bianca” – Variante urbanistica

Il vincolo espropriativo decade per l’inutile decorso del termine di decadenza di cinque anni, di cui all’art. 9 del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, dalla sua apposizione, se non risulta che il Comune lo abbia reiterato, fornendo congrua motivazione in ordine alla persistenza delle sottese ragioni di interesse pubblico.

La realizzazione di un’opera pubblica o di pubblica utilità deve essere prevista dal piano urbanistico comunale o da una sua variante e, dunque, essere conforme ad essi, sottoponendosi, in tal modo, il bene interessato, al vincolo preordinato all’esproprio. Quando, poi, l’opera da realizzare non risulti conforme alle previsioni urbanistiche, la variante al piano regolatore può essere disposta con le forme di conferenza di servizi, accordo di programma, intese, ovvero con l’approvazione del progetto.

La conseguenza della sopravvenuta decadenza del vincolo preordinato all’esproprio è la qualificazione dell’area ormai non urbanisticamente disciplinata, come c.d. zona bianca. Rispetto a tali zone, allorché cessino gli effetti dei preesistenti vincoli, l’Amministrazione comunale deve esercitare la sua discrezionale propria potestà urbanistica, attribuendo agli stessi una congrua destinazione.